Claudio Calvello
Il vino rientra nel concetto ampio di alimento. In sostanza possiamo dire che il vino è il prodotto della fermentazione alcolica del mosto di uva che può avere proprietà diverse e tali da originare un’infinità di caratteristiche. Inutile sottolineare che la qualità di un prodotto è molto importante perché tra qualità (del prodotto alimentare) e salute (del consumatore) vi è uno stretto legame. Pertanto, alla base del concetto di qualità, sia per il consumatore sia per il produttore e il distributore, c'è la sicurezza alimentare che è resa obbligatoria dalla normativa vigente. La sicurezza alimentare può certamente essere garantita da adeguate pratiche di produzione degli alimenti, ma deve necessariamente essere assistita anche da un efficace sistema sanzionatorio. Tale presidio era rappresentato da una legge risalente nel tempo (L. n. 283 del 30 aprile 1962) che, tuttavia, l’art. 18 del recente Decreto legislativo n. 27/2021, ha incredibilmente (e inspiegabilmente) abrogato nella parte in cui venivano previste tutta una serie di sanzioni, sia di natura penale che amministrativa, a tutela della salute del consumatore. Evidentemente ai redattori del D.L. 27/21 è sfuggito qualcosa di mano, infatti è noto a tutti che la tendenza del Legislatore europeo sta andando sempre più verso una maggiore attenzione nella sicurezza alimentare con conseguenti norme sanzionatorie maggiormente stringenti nei confronti di chi tali normative e protocolli di produzione e sicurezza alimentare non rispetta. Ed invero, cibi e bevande prodotti in spregio alle normative di riferimento, possano causare gravi danni alla salute anche letali. Chi non ricorda lo scandalo del vino al metanolo del 1986 che provocò anche diverse vittime.
Ebbene, a tale vero e proprio “pasticcio” normativo, ha posto rimedio il decreto-legge n. 42/2021, approvato dal Governo Draghi in extremis, il quale ha così evitato l’effetto abrogativo delle disposizioni sanzionatorie di cui alla L. 283/62. Tale depenalizzazione avrebbe, di fatto, travolto non solo i processi in corso, ma anche quelli già conclusi ponendo così nel nulla il lavoro in questi anni svolto da forze dell’Ordine e Magistratura volto ad arginare condotte delittuose poste in essere da gente senza scrupoli nel campo agroalimentare e, per quel che qui interessa, nello specifico settore vitivinicolo. Si pensi che attualmente nel nostro Parlamento è in discussione un disegno di legge (DDL AC 2427) che prevede il rafforzamento della tutela penale nel settore agroalimentare con una particolare attenzione anche al dilagante fenomeno della “enopirateria”. In questa prospettiva, le aziende vitivinicole più attente alla qualità del proprio prodotto ed alla salute dei propri clienti/consumatori si sono già organizzate con un proprio “Modello Organizzativo 231”, altre lo stanno già facendo al fine di non farsi cogliere impreparate rispetto ad una tendenza normativa già chiaramente tracciata.
Foto copertina a cura di Claudio Calvello